Categorie. Abbiamo già parlato delle categorie in cui potremmo incasellare il food design.
Ma dobbiamo? É davvero necessario categorizzare?
In questo primo mese all’Università di Scienze Gastronomiche ho già imparato a mettere in dubbio tutte le mie conoscenze. E credo sia giusto così. Tra le altre cose, una professoressa ci ha spiegato le categorie del food design, e poi ci ha chiesto: “Perché dobbiamo categorizzare il food design se può essere applicato a tantissimi ambiti?”. Come darle torto!
In ogni caso, lascerò che sia tu a decidere se categorizzarlo o meno, io intanto cercherò di spiegarti al meglio tutte le categorie.
Partiamo dalla prima. Food Design WITH Food.
In questa categoria il food design si crea CON il cibo. Cosa significa?
Il cibo si fa oggetto, materia da manipolare e trasformare.
Un po’ come il cemento, i mattoni. Sono materiali da utilizzare per costruire una casa, oppure un ufficio.
La plastica: la manipoli, dai la forma che vuoi per ottenere un determinato oggetto con un determinato utilizzo.
Ecco il Design With Food è quel tipo di food design in cui il cibo va oltre la sua funzione di nutrimento, e diventa un oggetto di progettazione.
Un esempio di Design With Food è la tazzina-biscotto realizzata da Lavazza (foto). Si tratta di una classica tazzina da caffè, realizzata con un biscotto. Dunque gusti il tuo caffè, e poi mangi pure la tazzina! Due piccioni con una fava direbbe qualcuno.
In realtà sono più di due piccioni. Si tratta di food design, non tanto per la tazzina in sé, ma perché grazie a questa tazzina realizzata con un materiale edibile, si modifica un rituale presente nella vita di (quasi) tutti noi: il momento del caffè. Lavazza ha progettato un nuovo modo di bere il caffè. Come se non bastasse, il progetto è anche sostenibile. Nessun bicchierino di plastica da buttare, nessuna tazzina in ceramica da lavare.
Quanta genialità in una tazzina? Un progetto che può sembrare semplice, banale, nasconde un grande cambiamento.
Questo è food design.