Cosa succederebbe se mangiassimo senza posate?

Ci hanno insegnato che per mangiare si usano le posate. Ci hanno insegnato che per tagliare la carne, servono coltello e forchetta. Ci hanno abituati ad utilizzare il cucchiaino se vogliamo aggiungere del miele alle nostre crispelle di riso.

Il perché di tutto ciò, ha radici molto lontane, ma ne parleremo un’altra volta. La domanda giusta è: se non fosse sempre così?

Contatto Experience è il progetto ideato dalla food designer italiana Giulia Soldati (sito qui ).

“Quante volte sentiamo o leggiamo intorno a noi: ‘non toccare’. Non diremmo mai di non guardare o non sentire: quindi perché pensiamo di poterci separare da questo senso essenziale?”

L’idea è quella di ritrovare il senso del tatto, eliminando la barriera che posate e stoviglie creano, e dunque ritrovare l’essenza del rapporto uomo-cibo. Contatto è un’esperienza sensoriale in cui ci si riconnette con il cibo, il corpo, le emozioni ed i sensi.

Il “pasto” viene preparato, condito e mangiato direttamente sulla mano, o sul polso. Il tatto è completamente coinvolto in ogni passaggio dell’esperienza: gli ingredienti si muovono sulla mano, e tu vieni toccato.

Questo è quello che nel food design viene definito come Eating Design, ovvero non la progettazione di qualcosa di fisico e materiale, ma piuttosto la creazione di un’esperienza sensoriale.

Cancella per un secondo tutto ciò che hai imparato sulle buone maniere a tavola. Immagina di poter mangiare queste zeppole siciliane della Festa del papà direttamente con le mani e la bocca. La tua mano accoglie la frittella di riso, e con le dita la irrori con il miele fluido. Poi addenti direttamente da lì, dal palmo della tua mano, e assapori il vero gusto di questa esperienza sensoriale.

Forse all’inizio sembrerà strano, ma l’esperienza è davvero unica. Io l’ho provata e posso assicurarti che la rifarei ancora.